La premier Meloni dice no all’allungamento della pista dell’aeroporto di Parma e annuncia indagini agroalimentari nella food valley pramzana
Uno scoop? L’avrà detto davvero, la fresca presidente del Consiglio di un’<Italia -che- s’è destra>?
Se a rispondere fosse un novello Sherlock Holmes, esclamerebbe: <Elementare, Watson!>.
Quindi cerchiamo di arrivarci anche noi per deduzione.
Facciamo riferimento allo scorso weekend. Da Roma arriva la notizia più pesante e importante: Giorgia Merloni assume l’incarico di guidare il governo e squaderna sul tavolo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’elenco dei ministri. L’indirizzo politico e identitario della ringalluzzita compagine di destra (il centro è come un lumino del cimitero, non durerà dopo le festività di novembre) si individua anche nel cambio di denominazione di alcuni ministeri. Prendiamo ad esempio il Ministero dell’Istruzione che adesso fa leva sul Merito. Come si compone il Merito, come si favorisce il Merito e quali sono le vie <democratiche> da scalare per raggiungere il Merito, ce lo spiegheranno quelli di Viale di Trastevere.
Per continuare a ragionare nello specifico del titolo deduttivo di questo mio post, chiamiamo in causa il cognato della premier, Francesco Lollobrigida, che sulla porta del suo nuovo ufficio ha messo questa targhetta: <Ministro dell’Agricoltura e della SOVRANITA’ ALIMENTARE>.
Da tempo c’è l’eco dell’invocazione di Nanni Moretti: <D’Alema rispondi! Dì qualcosa di sinistra!>. Adesso con l’introduzione della SOVRANITA’ ALIMENTARE sono stati proprio i camerati dell’ex Msi a dire quel qualcosa di sinistra che i compagni attendono da decenni da parte dell’ex Pci. Infatti, la SOVRANITA’ ALIMENTARE è un movimento in difesa dei popoli oppressi dalla globalizzazione, dalle multinazionali, dai padroni della terra e dei semi. La SOVRANITA’ ALIMENTARE è, dunque, una questione di diritti, di democrazie e di libertà che ruotano attorno alla funzione socio-culturale del cibo, nonché al bisogno di tutelare la biodiversità e le colture autoctone in maniera ecologicamente ed economicamente sostenibile.
Sabato scorso, mentre Meloni e Lollobrigida erano al Quirinale, a Parma succedevano anche questi fatti:
1) Fermato a Novara un Tir con cisterna destinato a Parma che trasportava latticini provenienti dai Paesi Bassi e ben 40 chili di cocaina.
2) Sotto i Portici del Grano si è svolta una manifestazione della società civile contro l’allungamento della pista dell’aeroporto Verdi.
Il sequestro dei 40 chili di cocaina interessa al ministero dell’Interno, invece il ministro della SOVRANITA’ ALIMENTARE dovrebbe chiedersi: come mai quintali e quintali di latticini prodotti nei Paesi Bassi vengono scaricati nel Regno del Re dei Formaggi, il Parmigiano-Reggiano?
La SOVRANITA’ ALIMENTARE dovrebbe anche interessarsi del travaso in terra italica di fiumi di <oro rosso> proveniente della Cina. A Parma c’è la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari. Tale centro di ricerca dovrebbe fornire al ministro Lollobrigida e ai cittadini l’elenco delle industrie che rispettano la SOVRANITA’ ALIMENTARE e quelli che invece devono approvvigionarsi anche dalla Cina per far fronte alle sfide dei mercati globalizzati.
E cosa dire della cosiddetta food valley celebrata con la liturgia di Cibus? Parma avrebbe avuto tutte le potenzialità, le forze e gli obiettivi per trasformarsi da tempo nella terra promessa della SOVRANITA’ ALIMENTARE al top delle filiere ecologiche. Invece, il territorio è stato devastato, cementificato, asfaltato e inquinato. Per di più si vorrebbe cementificare ancora di più.
E al ministro della SOVRANITA’ ALIMENTARE dovrebbe arrivare il dossier sull’aeroporto: pista più lunga e una nuova ondata di poli logistici nelle fertili pianure parmensi per soddisfare il Pil cinese. Cioè l’opposto di una giusta e rigorosa politica che dovrebbe caratterizzare il ministero della SOVRANITA’ ALIMENTARE.
Ecco perché la premier Meloni potrebbe/dovrebbe dire no all’allungamento della pista dell’aeroporto di Parma e annunciare indagini agroalimentari
nella food valley pramzana.
<Elementare, Watson!>.
